SHANTARAM – Gregory D. Roberts

“La prima cosa che mi colpì di Bombay, il giorno del mio arrivo, fu l’odore diverso dell’aria. E’ l’aroma impregnato di sudore della speranza, è l’aroma acre e soffocante dell’avidità, è l’azzurro aroma di pelle del mare. Fiuti il trambusto, il sonno ed i rifiuti di sessanta milioni di animali, in gran parte topi ed essere umani. Fiuti lo struggimento, la lotta per la vita, i fallimenti cruciali e gli amori che creano il nostro coraggio”.

Shantaram non è un semplice romanzo autobiografico (arricchito sicuramente da elementi della fantasia), ma è un meraviglioso viaggio alla scoperta dell’India, dei suoi odori, i suoi rumori, i sorrisi e il cuore dei suoi abitanti. Il protagonista, un ragazzo australiano condannato a 19 anni di carcere per rapina a mano armata, fugge dalla prigione rifugiandosi a Bombay, dove inizia la sua incredibile avventura. Entra nel cuore di moltissime persone, si prende cura dei malati, incontra l’amore, ma anche la criminalità e la violenza più cruda e a volte si ritrova a fare “la cosa sbagliata per un giusto motivo”. Potrei definirlo un libro magico, che cattura il lettore trasportandolo nelle mille contraddizioni delle emozioni e dei sentimenti dell’essere umano, tenendolo con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
E alla fine resta la voglia di fare un viaggio in India!

“Siccome giudicavano che la mia indole fosse benedetta da una serena felicità, le donne avevano deciso il mio primo nome. Shantaram, che significa “uomo di pace”, o anche “uomo della pace di Dio”. […]
In ogni caso l’uomo che sono oggi nacque in quel preciso istante, mentre ero in piedi vicino ai bastoni della piena, il viso rivolto al lavacro battesimale del monsone. Shantaram. L’uomo migliore che, lentamente e con troppo ritardo, cominciai a essere”