Ho (volutamente) ignorato questo libro per mesi, ma ne avvertivo la presenza su uno scaffale della mia libreria di fiducia. Finché un giorno ho deciso: era arrivato il momento di portarlo via con me. E l’ho divorato!
L’Arminuta (la ritornata) è una storia penetrante, sin dalle prime righe, una storia che smuove l’anima. Ci si affeziona facilmente alla protagonista (di cui non si conosce il vero nome) e alla sua dolce e determinata sorellina. Attraverso una scrittura schietta, a tratti cruda (che più volte mi ha ricordato la Ferrante), l’autrice affronta un tema molto delicato: quello della maternità. E lo fa andando oltre ogni luogo comune e stereotipo che gravita intorno alla parola Mamma. Non voglio inserire alcun elemento sulla trama, ma lo consiglio vivamente 📚
“Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. E’ un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro. Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbrica incubi nel poco che lascia. La sola madre che non ho mai perduto è quella delle mie paure”